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Army of Thieves: la fortuna di non essere una cosa seria – Scheda, trama e commento del film Netflix prequel di Army of Dead

Titolo: Army of Thieves
Genere: commedia action
Anno: 2021
Durata: 2h 07m
Regia: Mathias Schweighöfer
Sceneggiatura: Shay Hatten, Zack Sneyder
Cast principale: Mathias Schweighöfer, Natalie Emmanuel, Ruby O. Fee, Stuart Martin, Guz Khan, Jonathan Cohen, Noémie Nakai, Christian Steyer

Che Army of Dead non fosse destinato ad essere solo un film atipico nella cinematografia di Zack Snyder era stato anticipato fin dalle prime note di produzione. Si sapeva già che sarebbe stato, invece, solo l’esordio di un progetto più ambizioso che avrebbe introdotto un nuovo universo filmico in cui ambientare una messe di prodotti diversi. A confermare che quel progetto annunciato non era solo una fantasia megalomane, ma un’intenzione veritiera arriva ora su Netflix Army of Thieves.

Army of Thieves: la scheda recensione
Army of Thieves: la scheda recensione – Credits: Netflix

Army of Thieves: la trama

Protagonista di questo prequel è il personaggio di Army of Dead che da subito era apparso come il più adatto ad una pellicola standalone. Il film è, infatti, il racconto di come un anonimo e solitario impiegato di banca sia diventato il re degli scassinatori. L’origin story di quel Ludwig Dieter indispensabile per aprire la mitica cassaforte Götterdämmerung conservata nel caveau del casinò di Las Vegas infestato dagli zombie. La storia inizia quando l’epidemia mortale è solo una notizia in prima pagina nei tg della sera, ma ancora lungi dal diventare la piaga horror che farà da scenario fondamentale in Army of Dead.

Momenti ancora lontani per il giovane Sebastian che può dilettarsi a raccontare la storia di Hans Wagner e delle sue quattro casseforti inviolabili in video su YouTube con zero visualizzazioni. Almeno fino a che quel video non viene visto da una persona che strapperà Sebastian alla sua monotona routine di caffè e muffin, clienti lamentosi, panini sotto la pioggia, pigiama intonato alle lenzuola.

L’affascinante Gwen convincerà, infatti, Sebastian ad unirsi ad una banda di ladri con l’obiettivo di scassinare tre delle quattro casseforti di Hans Wagner prima che il mondo finisca travolto dagli zombie. Per soldi, certo, ma soprattutto per compiere una impresa che resterà, a suo modo, nella storia. E che trasformerà Sebastian nel Ludwig di Army of Dead.

Army of Thieves: la scheda recensione
Army of Thieves: la scheda recensione – Credits: Netflix

Army of Thieves: il commento

Non è un caso che a dirigere questo prequel sia lo stesso Mathias Schweighöfer che interpreta Ludwig. Army of Thieves è, infatti, un film fatto su misura per il suo protagonista. Scritto e diretto per realizzare una simbiosi perfetta con il personaggio che più era piaciuto agli spettatori del film precedente di Zack Snyder. Uno scassinatore tanto abile e geniale quanto impacciato e insicuro. Ineguagliabile nell’entusiasmo con cui affronta un’impresa impossibile per tutti tranne che per lui e, al tempo stesso, completamente fuori luogo in qualunque gruppo sia arruolato. Caratteristiche del personaggio che vengono maggiormente esaltate in questa storia che, relegando sullo sfondo la componente zombie, può lasciare più spazio alle potenzialità comiche del suo protagonista. Opportunità sfruttata in maniera ottimale garantendo il giusto equilibrio tra comedy e action, divertimento e rapine.

Buona parte del merito va sicuramente a Mathias Schweighöfer che indossa mirabilmente i panni di Sebastian disegnando un personaggio a cui non interessa la ricchezza, ma solo la sfida. Abile è anche la sceneggiatura a scrivere in maniera coerente il percorso che porta Sebastian a diventare Ludwig. Non per avidità, ma solo per il desiderio innocente di confrontarsi con enigmi che nessuno sa risolvere. Anche a costo di avere paura di essere arrestato o restare sbranato dagli zombie.

Altrettanto impegno non è, invece, dedicato alla caratterizzazione degli altri personaggi. Si tratta, però, di una precisa volontà degli autori sui quali ironizzano, in una sorta di rottura della quarta parete, gli stessi protagonisti consapevoli di essere macchiette tratte dai più rodati heist movies. Così Gwen (Natalie Emmanuel) è la bella fatale ma dal cuore buono. Korina (Ruby O. Fee) va a coprire la casella della nerd sarcastica ma fedele alla causa. Rolph (Guz Khan) occupa quella del vorrei ma non posso diviso tra i due litiganti. Brad (Stuart Martin) è, infine, il leader invasato disposto a tradire chi vuole contrastarlo. Personaggi volutamente stereotipati perché Army of Thieves non vuole essere innovativo, ma solo raccontare in modo ironico e con un ritmo accelerato una classica storia condendola con più comedy del solito. Il tutto con un’estetica rubata al suo predecessore per non farci scordare la diretta parentela. 

Un film, quindi, perfetto per intrattenere e continuare una saga che ha ancora molto da dire e molti modi generi diversi da proporre.

Army of Thieves: la scheda recensione
Army of Thieves: la scheda recensione – Credits: Netflix

Army of Thieves: in breve

Riassumendo, Army of Thieves è un film consigliato pur se non privo di peccati e imperfezioni per quanto largamente perdonabili. Di seguito, un rapido schema per decidere al volo.

Perché si

  • si chiama ancora Sebastian, ma è già il Ludwig che abbiamo amato in Army of Dead, anzi lo è ancora di più;
  • il ritmo veloce, la scrittura intelligente, la storia accattivante, i dialoghi frizzanti sono garanzia di intrattenimento leggero e fanno volare le poco più di due ore del film;
  • un modo sbarazzino per portare avanti un franchise che può offrire molto.

Perché no

  • tutto riesce sempre in fretta facendo apparire anche le sfide più difficili dei giochi facili da vincere e gli ostacoli più ardui delle staccionate da saltare ad occhi chiusi;
  • trattandosi di un prequel è chiaro fin dall’inizio chi resterà in piedi alla fine del film e chi invece dovrà restare indietro.

Winny Enodrac

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