
American Horror Story: recensione dell’episodio 4.05 – Pink Cupcakes
Passata la notte di Halloween, torna la normalità al Freak Show. È forse un po’ azzardato parlare di normalità in un luogo che col normale sembra avere poco e niente da spartire. E ciò che è fuori dagli schemi, che eccede il normale attira sempre l’attenzione di chi invece normale si sente e accorre in massa per vedere con i propri occhi qualcosa fuori dall’ordinario. Ma dove sta davvero la normalità? Nella sensibilità di un ragazzo con le mani di un mostro colpito dall’ingiusta e brutale uccisione del piccolo Meep o nel volto angelico e pulito di Dandy che comincia ad uccidere le persone per non rimanere stritolato nella tediosa routine di tutti i giorni? Ecco che allora il concetto di normalità, in Freak Show, si rovescia completamente.
Fatto fuori nello scorso episodio, per lo stupore di tutti, Twisty, il nuovo villan, Dandy, anche senza il vestito da clown ed una maschera sporca e insanguinata, è più terrorizzante e spaventoso del suo “maestro” (“Il clown è stato messo al mondo per indicarmi la via“). Dandy è un ragazzo nato e cresciuto viziato da una madre oppressiva che, arrivato ad un punto della vita, improvvisamente scoppia. Vuole sfuggire da una vita che gli si prospetta uguale e ripetitiva ancora per molti anni, vuole sentirsi un qualcuno, vuole provare una qualche tipo di emozione mai provata prima. E allora cosa fa? Si mette ad uccidere, a fare pezzi le sue vittime. Che sia la donna di servizio o un gigolò adescato in un locale gay interpretato dalla prima, vera importante guest star di questa stagione: Matt Bomer.
Qualche giorno fa Ryan Murphy ha rivelato come le stagioni di AHS siano legate l’una con l’altra da tematiche e personaggi ricorrenti. Ma, al contrario di quel mezzo pastrocchio di Coven, ad essere legate sono anche le storyline di questa stagione. Anche se il personaggio di Matt Bomer è durato quanto un gatto in tangenziale, è stato utile a farci scoprire un lato di Dell fin qui sconosciuto, ovvero la sua bisessualità. Una condizione che lo rende un uomo tormentato e colmo di rabbia, come Dandy, alla ricerca di qualcos’altro, di un altro sé.
Anche per Elsa continua la costante ricerca di una svolta nella vita. Una svolta che testardamente cerca di trovare sotto il tendone del circo, esibendosi tra un freak e l’altro e sfruttando così la grande affluenza del pubblico che però, al momento della sua entrata in scena, si distrae parlottando o sgranocchiando in modo disinteressato i pop corn. Ad Elsa conviene così tornare sui suoi passi ed accettare l’offerta di Stanley di cercare la gloria perduta in un programma televisivo tutto suo, ignara delle reali intenzioni del “cacciatore di freaks”.
Se dobbiamo trovare un difetto a Pink Cupcakes, ricollegandoci direttamente al titolo dell’episodio, non sono riuscito a spiegarmi il perché si sia perso tempo facendoci vedere la fine che Stanley avrebbe fatto fare a Bette e Dot, sciogliendo le loro teste nella formaldeide per esporle nel Museo degli Orrori e, conseguentemente, riempirsi le tasche di denaro. Ma era solo frutto della sua immaginazione e se c’è stato già tutto mostrato allora mi viene da pensare che alla fine non accadrà mai.
Pink Cupcakes, senza toccare le vette raggiunte nella prima parte del doppio episodio di Halloween, è un altro piccolo ma importante passo avanti di una stagione che ha il compito di non sbandare come è successo a Coven e di cercare di avvicinarsi a quel gioiello inarrivabile di Asylum. Se ci sarà riuscita lo scopriremo solo al tredicesimo episodio. Intanto, il lavoro svolto finora è senza ombra di dubbio da promuovere.
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4.05 - Pink Cupcakes
Zuccherata
Valutazione Globale
Non ce la posso fare a farmi piacere questa stagione. Jessica Lange continua a fare lo stesso ruolo da quattro anni, la povera Bates dopo 10 minuti di spazio degli scorsi episodi ricade nell’ombra, dobbiamo sorbirci il triangolo con mani di “forbice” e le gemelle siamesi e la chiromante (Roberts). Tutto questo sentendo nuovamente stuprare David Bowie (come se la prima volta non fosse stato abbastanza) e sapendo che ci saranno collegamenti con le stagioni passate e future. Ma non era una serie antologica? Murphy sveglia! Cosa stai combinando? Tutto il tema interessante della esclusione sociale e della diversità è andato a farsi benedire privilegiando nuovamente tematica “adolescenziali” l’ammore e la fama! Oh Signore basta, voglio la paura, il terrore, lo splatter, la tensione…non basta appiccicare la barba alla Bates e una tetta in più alla Basset per avere i “Freaks”.
Questa seria diventa sempre più ridicola. È diventata solamente una commedia per gay e per esaltare l’essere gay. Creata da 2 ricchioni non poteva fare una fine differente.