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American Horror Story – Hotel: Recensione dell’episodio 5.01 – Checking in

In una recente intervista all’Independent, Dustin Hoffman ha dichiarato che “la televisione non è mai stata meglio di così, mentre il cinema è ai suoi livelli più bassi degli ultimi cinquant’anni”. Il ricco e prestigioso curriculum del settantottenne attore americano è motivo più che sufficiente per prendere sul serio questa sua affermazione e interrogarsi sul perché di questa epoca d’oro del piccolo schermo. Stando al pluripremiato divo di Hollywood (definizione persino riduttiva), il motivo principale di questo sorpasso è dovuto alla ininterrotta migrazione dei migliori sceneggiatori verso il genere serie tv che ti permette di avere più tempo per narrare una storia lasciandola evolvere e caratterizzando meglio i suoi protagonisti.

Se questo è indubbiamente vero per una serie che si dipana su più stagioni, meno evidente è per quelle che si definiscono serie antologiche dove tutto si consuma nell’arco più o meno lungo di una sola annata. In questo caso, tuttavia, ciò che fidelizza il pubblico non sono né le vicende narrate né i personaggi amati, ma il ricorrere di tematiche simili. A guadagnarsi, quindi, la fiducia del pubblico è quindi lo sceneggiatore ed è lui che deve riuscire a garantire lo standard di stagione in stagione.

AmericanHorrorStory5x01IrisRyan Murphy e Brad Falchuck hanno questo compito per American Horror Story, giunto alla sua quinta edizione. Dopo aver esplorato alcuni loci iconici del genere horror nelle passate stagioni (la casa infestata in Murder House, l’istituto psichiatrico in Asylum, la congrega di streghe in Coven, il circo in Freaks Show), i due autori decidono di ambientare questo nuovo capitolo in un altro luogo ben noto agli appassionati: un hotel.

Il Bates Motel di Pyscho e l’Overlook Hotel di Shining sono solo i più illustri antecedenti ed è in particolare al secondo di questi che l’hotel Cortez sembra ispirarsi. Non nella struttura o nell’ambientazione perché l’albergo che farà impazzire Jack Torrance è una costruzione moderna chiusa nel periodo invernale, mentre l’hotel Cortez di Murphy e Falchuck è un anacronistico edificio anni 20 nel centro di una solare Los Angeles, ma sono piuttosto gli interni solitari, i rumori indecifrati, le inquadrature che corrono in corridoi interminabili. Soprattutto i bambini che appaiono e scompaiono dal nulla e il personale inquietante (una portiera tutt’altro che cortese, una cameriera che si vanta di saper togliere ogni macchia di sangue, un inserviente maschio vestito da una brutta copia di una parodia di Liz Taylor) sono fin troppo evidenti omaggi al film di Kubrick. Se da un lato era quasi inevitabile che ciò accadesse, la quasi ricercata similitudine aggiunge una patina di già visto che toglie a questa premiere ogni possibilità di sorprendere.

AmericanHorrorStory5x01ContessConsapevoli di questa perniciosa assenza, Murphy e Falchuck scelgono di puntare non sull’inatteso, ma sull’eccesso. Pochi dei personaggi e delle situazioni che riempiono i minuti di questa premiere sono innovativi, ma è il modo in cui sono presentati che li spinge tanto vicini ai limiti dell’estremo (superati i quali si rischia di scadere nella parodia trash) da illuminarli con una luce sinistra che è disturbante nel modo giusto. Non è la prima volta, infatti, che compaiono sullo schermo un serial killer che realizza tableaux vivants per punire i peccatori (perché questo sono secondo il suo insindacabile giudizio i due amanti inchiodati sul letto) né che uno psicopatico sodomizza le sue vittime con un dildo trapano (sempre se non si tratti della stessa persona, ma appare improbabile).

Entrambe le idee erano, infatti, già presenti in Seven, ma il film del 1995 diretto da David Fincher si era limitato a raccontare le gesta degli assassini, mentre qui le loro azioni sono mostrate con dovizia di particolari ed anche troppo a lungo con il chiaro intento di scioccare non per quello che si dice ma per come lo si dice. Allo stesso modo, belli e dannati con la passione per il sangue da bere spillandolo direttamente da arterie recise o dopo averlo drenato e ripulito non debuttano nel panorama seriale in questa premiere, ma è inedito il dedicare tanto minutaggio ad una orgia preparata con cura e conclusa senza risparmiare sul rosso vivo. Analogo discorso si potrebbe fare anche per la presenza di bambini dalle sembianze angeliche e i gusti inquietanti, ma diversa dal solito canovaccio è l’aver adornato la loro stanza con videogiochi ed addobbi che rimandano ad una ludoteca degli anni ottanta. Scelte rischiose perché possono attirare verso la serie critiche per il troppo indugiare in un superfluo eccesso usato per mascherare lacune di ingegno, ma che riescono comunque a insaporire una pietanza che poteva risultare imperdonabilmente insipida.

AmericanHorrorStory5x01SallyLa premiere di Hotel era tanto attesa non solo dagli aficionados di American Horror Story, ma anche dai fan della più importante new entry del cast, quella Lady Gaga chiamata a sostituire Jessica Lange che ha abbandonato la creatura che le aveva dato una seconda giovinezza televisiva. Non sorprende, quindi, che molto spazio sia riservato alla popstar neo attrice (escludendo i piccoli ruoli in Machete Kills e Sin City e qualche apparizione interpretando sé stessa) e, sorprendentemente, la cantante newyorchese se la cava piuttosto bene complice un personaggio che è stato chiaramente disegnato per lei al punto che alcune scene assomigliano quasi a suoi videoclip (e anche la scelta delle musiche aiuta questa similitudine).

Conseguenza di questo focalizzarsi su di lei è il relativamente poco tempo concesso ai volti noti Kathy Bates (forse ingabbiata in un personaggio troppo simile ai suoi precedenti) e Sarah Paulson (al debutto in un ruolo da cattiva) che sembrano quasi guest star di uno spettacolo non loro, mentre altri membri del cast delle passate stagioni mancano ancora.

Checking in (titolo obbligatorio trattandosi di un hotel) è dedicato principalmente a presentare i luoghi e i personaggi più che ad abbozzare le storie (perché sembrano essercene più di una ed ancora non è chiaro se e come si intrecceranno né quali tra i protagonisti sono umani più o meno deviati e quali esseri soprannaturali) che qui si svolgeranno. Per ora domina il rosso, colore che ha il pregio di attirare l’attenzione, ma anche il difetto di essere usato per sottolineare gli errori gravi. Saranno i prossimi episodi a dirci cosa sta indicando adesso.

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Winny Enodrac

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2 Comments

  1. scrivi divinamente. finalmente delle recensioni degne di nota e non un’accozzaglia di riferimenti alla bimbominkia! thanks

  2. Dunque io sarò molto dura con questo primo episodio perché per me quando si tocca Kubrik è come se stessimo parlando di un mio parente, quindi non riesco ad essere distaccata. A me dispiace vedere come Murphy sia un generatore di idee valide che però non riesce a gestire, io credo che di mestiere più che lo sceneggiatore/regista dovrebbe fare il creatore e lasciare ad altri sviluppatore il compito di dare respiro alle sue idee. Questo perché di per se, la creazione di un episodio ambientato in un Hotel è interessante, è un luogo che mancava e che spesso è stato teatro di gialli e thriller di alto livello, ma il problema sta sempre nella messa in scena. Perché probabilmente Murphy come al solito ha voluto esagerare e strafare senza un minimo contegno, l’episodio è ridondante di citazioni a Shining ma che rimangono mere citazioni visive: i gemelli, i corridoi, l’albergo anni 70, il portiere, il sangue, la famiglia in crisi, la giacca marrone del poliziotto. Ma tutto resta lì, investe lo spettatore ma non entra dentro. Non c’è approfondimento psicologico, i personaggi sono i soliti visti e rivisti di ahs. Madri iper protettive, donne immortali affamate di uomini, drogati e bambini demoniaci. Hanno preso le prime due stagioni e le hanno trasferite nell’Hotel. Questo perché a Murphy piace esagerare, piace avere premi oscar nel cast e sfruttarli male, piace avere il nome di Lady gaga nei titoli e poi limitarsi a farle interpretare una caricatura di se stessa, piace mettere in scena il sesso estremo e spinto e poi crogiolarsi nelle critiche. Insomma probabilmente fosse meno prima donna le sue serie non sbiadirebbero così velocemente.

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