
Almost Human: recensioni degli episodi 1.01 – Pilot / 1.02 – Skin
Nella Los Angeles del 2048 il progresso tecnologico procede a ritmi incontrollati, tanto da non riuscirlo più a contenere ed impedire alle organizzazioni criminali di utilizzarlo a loro favore. La polizia ha così deciso di affiancare ad ogni agente un androide della serie MX che li aiuti a catturare i cattivi con più facilità. John Kennex è uno di questi agenti che durante un’operazione sul campo con la sua squadra, rimane vittima di un’imboscata dove sarà il solo a salvarsi la pelle perdendo però una gamba che gli verrà sostituita con una sintetica. Dopo più di un anno di coma, John viene richiamato dal capo del suo Dipartimento perché coloro che gli avevano teso l’imboscata, l’Insindacato, sono tornati in azione e c’è bisogno di nuovo del suo aiuto per acciuffarli. John però è del tutto restio ad essere affiancato da un MX (che liquida scaraventandolo fuori dalla sua vettura) e perciò il suo capo lo accontenta con un tipo di androide di vecchia generazione, il DNR, messo in soffitta perché troppo simile all’essere umano e quindi capace di provare emozioni.
Il debutto di una serie che viene presentata come la nuova creatura di J.J. Abrams, è sempre atteso con un misto di ottimismo condito da quel pizzico di scetticismo che ultimamente ci ha portato a desistere dal fidarsi ciecamente del regista di Star Trek (citofonare Revolution). Chiariamo subito che la serie non è ideata ne tantomeno scritta o diretta da Abrams: lui è soltanto il produttore esecutivo e il suo ruolo autoriale sarà del tutto limitato per non dire assente. La serie sci-fi è creata da J.H Wyman, colui che prese in mano Fringe quando lo stesso Abrams decise di dedicarsi ad altri mille progetti.
Chiarito questo punto, veniamo a parlare del pilot. La prima cosa che mi ha colpito sono senz’ombra di dubbio le ambientazioni futuristiche, ispirate palesemente a classici sci-fi come Blade Runner, citato a grandi lettere quando John e Dorian si trovano a mangiare sotto ad un chiosco circondati da mille ombrelli, Terminator e Atto di Forza (vedere l’immagine sotto per credere). Non un male per gli amanti del genere che ritrovano così un’ambientazione a loro congeniale. Quel che spero è che citazioni, omaggi e quant’altro ai classici della fantascienza siano per Almost Human una piacevole abitudine, se funzionali ai fini della trama e non per il semplice gusto di citare.
Quel che delude, invece, è il protagonista interpretato da Karl Urban e il problema è circoscritto proprio ai limiti artistici dell’attore incapace di andare al di là di un’espressione perennemente accigliata e contrita. Il suo partner androide, con cui si crea fin da subito una buona alchimia basata anche su battute e frecciatine ironiche, non è da meno. Ecco, i due, chiariamolo fin da subito, funzionano al meglio se in coppia, e mi auguro vivamente di vederli spesso insieme.
Già dal secondo episodio si intuisce perfettamente che la struttura di Almost Human sarà di tipo procedurale, con i classici casi della settimana. Un filo di trama orizzontale c’è e riguarda il passato sentimentale del protagonista. Ma se non si è amanti della fantascienza, sarà difficile per uno spettatore à là CSI appassionarsi ad un prodotto del genere. Un poliziottesco tecnologico-futuristico è il termine più adatto per descrivere questa serie, che ha l’arduo compito di imporsi come una delle novità migliori di una stagione al momento alquanto avara di prodotti convincenti. I primi due episodi ci sono riusciti a metà. Ai prossimi l’ardua sentenza.
Futuristico
Futuristico
Almost Human convince a metà
A me non è dispiaciuto (preciso, adoro la fantascienza e in tv negli ultimi anni ne hanno fatta tanta di pessima)… sarà la fattura tecnica che per adesso mi sembra buona, sarà per i riferimenti visivi che citi tu (e non solo, l’androide da piacere mi ricorda molto Blade Runnes), ma sono anche le tematiche che sono tipiche della fantascienza classica, come la coscienza del robot, la sua ricerca di ragione, che sono affrontate non solo di striscio e comunque bene. La mancanza di integrazione dell’ispettore in un mondo robotico è invece ripresa da uno dei primi cicli asimoviani, quello dei robot (a cui si ispirò anche il film Io Robot)
A parte questo, regia e fattura sono buoni, non ho ancora chiaro come te se sia molto procedurale o no, stando sul broadcast è probabile, ma è anche abbastanza corto, quindi vediamo. Dagli attori non mi aspettavo molto, ero partito un po’ prevenuto, quindi non sono rimasto deluso (né sorpreso) e non mi ha infastidito troppo la recitazione.
Una possibilità se la merita, sperando che, almeno per me, una novità della fall si salvi (a parte SHIELD)
Dai, una stellina e mezza mi sembra davvero poco per un prodotto dignitoso 😛
L’ambientazione e gli effetti speciali sono ben più che buoni e l’impianto, anche se non originalissimo, offre possibilità sconfinate ed interessanti se le saprà affrontare come aveva fatto Fringe.
A me i protagonisti non dispiacciono, non sono eccelsi ma si è visto davvero di peggio. Spero come Billy che almeno questa serie mi dia qualche soddisfazione perchè quest’anno è davvero il deserto. Non si salva nulla… zzzzz…..
La struttura a caso della settimana non mi disturba più di tanto considerato quanto mi piacciono serie come Person of Interest. La mia speranza è che riescano a dargli un po’ di personalità.
Visto le prime due puntate della prima e unica stagione di “Almost Human”, non male il primo episodio, così così il secondo.
Seppur non esente da difetti mi ha colpito discertamente in positivo: buoni gli effetti speciali e il non è niente male tra cui spicca la sempre bellissima Minka Kelly.
Visto che è una sola stagione lo seguirò questo telefilm.